Tante le messe in scena per la vis pirandelliana. In questo lavoro, il regista ha voluto mantenere intatta una realtà così distante ambientando l'opera nel secondo dopoguerra
Dal 22 novembre (in replica fino al 4 dicembre) al Teatro Sala Umberto di Roma, l’attore Gianfranco Jannuzzo vestirà i panni di Ciampa (ruolo che tre anni fa fu affidato a Pino Caruso) per Il berretto a sonagli. La regia è di Francesco Bellomo ed in scena troviamo, tra gli attori accanto a Jannuzzo, Emanuela Muni, Franco Mirabella e Carmen Di Manzo.
Il berretto a sonagli prende spunto dalle novelle “Certi obblighi” e “La verità” e in entrambe il tema centrale è lo stesso: un marito che, nonostante sia a conoscenza dell’adulterio della moglie, lo accetta con rassegnazione, ponendo come unica condizione la salvaguardia dell’onorabilità.
La società costringe gli individui ad apparire rispettabili dove l’unico obbligo è salvare le apparenze lasciando all’oscuro, un privato molto discutibile.
Bellomo recupera il copione originale e mantiene la spontaneità della vis comica pirandelliana. Inoltre, per dare maggiore impatto emotivo è stato aggiunto un prologo in flashback all’inizio dello spettacolo, dove gli amanti clandestini vengono colti in flagranza di reato ed arrestati, scena che non esisteva e di cui si sentirà il racconto durante la commedia.
L’ambientazione, collocata nell’immediato dopoguerra, permette di recuperare contesti tipici del mondo siciliano di quel tempo.
Le musiche di Mario D'Alessandro riportano alle sonorità forti e terragne che hanno caratterizzato la produzione cinematografica dei film di ispirazione siciliana degli anni ’50.